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Lemno Vannini, nato a Prato il 20 agosto 1921, vi ha vissuto fino alla sua morte, avvenuta l' 8 agosto 2000.
Autodidatta, di formazione antifascista, si iscrisse ancora ragazzo al partito comunista combattente. Aderì attivamente alla Resistenza, prima come organizzatore dello sciopero generale del marzo 1944, poi come formatore dei gruppi partigiani urbani.
Dopo la guerra si dedicò con passione alla letteratura, sia in qualità di rappresentante principalmente della “Einaudi”, sia come co-fondatore del "Premio letterario Prato".
Ne fu segretario per quasi quarant'anni (1948-1976), dedicandovi gran parte della sue risorse materiali e umane. In virtù di questo suo ruolo intrattenne carteggi con molti giurati, tra i maggiori esponenti della nostra letteratura: Franco Antonicelli, Sibilla Aleramo, Corrado Alvaro, Italo Calvino, Emilio Cecchi, Eugenio Montale, Alberto Moravia, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini.
Alla sua morte, l'amministrazione comunale si è attivata per l'acquisizione della sua biblioteca.
Il fondo librario comprende 1.089 titoli, per un totale di 1.152 volumi.
Si tratta per lo più di copie di libri stampati da Case Editrici di cui Vannini era, tra gli anni Quaranta e gli anni Settanta, rappresentante: Edizioni di Comunità (58 volumi); Frassinelli (28 vol.); Adelphi (48 vol.); Vallecchi (95 vol.); Lerici (106 vol.); Einaudi (120 vol.); Feltrinelli (125 vol.).
I nuclei più significativi della raccolta sono:
- libri di autori toscani degli anni Trenta e Quaranta (Vallecchi)
- svariate traduzioni di autori stranieri nell’immediato dopoguerra (Frassinelli e Adelphi)
- la fondamentale collana “Poeti europei” (Lerici)
- la storia e la bibliografia (1848-1918) del Manifesto di Marx e Engels pubblicata in francese dall’Istituto Giangiacomo Feltrinelli
